Interdipendenza, non autosufficienza

Questa settimana ho letto un articolo sulla pretesa di indipendenza all’interno di una relazione.

L’autore scriveva che nella relazione d’amore non si può parlare di indipendenza perché la relazione è per sua essenza originaria “dipendenza”. Affinché si crei un legame, si devono ammettere le proprie debolezze, i propri limiti, e affidarsi con tutto il proprio bagaglio all’amore dell’altro, diventando vulnerabili. Ciò che si puo fare è comunque creare e mantenere degli spazi di autonomia, in cui riconoscere la propria dipendenza e allo stesso tempo realizzarsi con la propria unicità.

Quest’articolo mi ha fatto riflettere sulla differenza tra autosufficienza e interdipendenza nelle realtà comunitarie. Riceviamo spesso telefonate o messaggi di persone alla ricerca di una comunità autosufficiente e nei giorni in cui ho dormito bene, non ho mal di schiena, tutti i lavori stanno filando lisci senza imprevisti, sono capace di intessere una conversazione amichevole sulla definizione di autosufficienza. Nel resto dei giorni sono molto più diretta: io non ho nessuna intenzione di essere autosufficiente. Punto.

La cruda realtà è che viviamo a 3 chilometri dal paese su una strada che raggiunge anche il 18% di pendenza, abbiamo due figli piccoli che vanno a scuola. Non ho nessuna intenzione di rinunciare alla macchina, per cui sono dipendente dal petrolio. Posso cercare di ridurre il mio impatto riducendo gli spostamenti al minimo e condividendo l’auto con tutti i residenti (5 adulti), oppure comprando un’auto elettrica, ma non posso certo parlare di autosufficienza.

Utilizzo apparecchi elettronici (computer e cellulare) costruiti con minerali estratti in paesi lontani da persone spesso in condizioni disumane. Posso lottare contro il 5G e comprare il cellulare “etico”, ma non posso certo parlare di autosufficienza.

Durante il fine settimana, due persone vicine alla nostra famiglia hanno avuto le loro case e le

Con i miei bimbi mentre osserviamo la scorta militare israeliana agli studenti palestinesi per proteggerli dai violenti coloni israeliani che li attaccano sistematicamente. Senza volontari internazionali, né l’esercito israeliano né i coloni prendono sul serio la scorta incaricata dalla Corte Suprema israeliana. È in corso dal 2003, quindi i primi bambini scortati allora vedono oggi i propri figli accompagnati.

case dei vicini bombardate a Gaza. Fortunatamente sono sopravvissuti, ma vivono in un territorio in cui vengono sistematicamente negati i diritti umani fondamentali all’autonomia, all’autodeterminazione e alla libertà. Qual è il valore della mia indipendenza personale se le tasse che pago finiscono per finanziare le bombe sganciate sui miei amici? Posso condividere le loro storie e sostenere azioni concrete per porre fine all’occupazione, ma di certo non posso parlare di autosufficienza.

Spesso veniamo sfidati a diventare più radicali nella nostra autosufficienza, ma per quanto riguarda la nostra interdipendenza?

Ci definiamo una “scuola popolare” perché una parte importante del nostro lavoro è l’istruzione, non semplicemente vivere uno stile di vita sostenibile utopico o invitare le persone a stare con noi in un ambiente naturale. Con questo in mente, ovunque tu sia oggi ti invitiamo a compiere tre azioni tangibili per considerare il rapporto tra la tua autonomia e la tua connessione con il mondo che ti circonda:

  1. Fai una cosa interamente per te e per il tuo benessere mentale oggi; fai sapere alle persone che stai prendendo quel tempo non come un’esibizione ma come un invito. Maggio è il mese della consapevolezza della salute mentale e, in un momento in cui la maggior parte di noi può essere d’accordo, questo è un periodo di grande stress mentale per tanti, prendiamoci cura di noi stessi, insieme;
  2. Commetti un atto di radicale interdipendenza. Considera alcuni aspetti della tua vita in cui provi meno libertà personale, come ad esempio un ruolo al lavoro in cui non puoi prendere decisioni da solo/a. Piuttosto che pensare oggi a costruire la tua autonomia o indipendenza per questo esercizio, come puoi usare l’influenza che hai per sostenere qualcuno con ancora meno autonomia della tua? Fallo.
  3. Considera azioni concrete per porre fine all’occupazione della Palestina. Non è l’unico posto in cui si sta verificando l’ingiustizia nel mondo, ma scommettiamo che in qualunque posto ti trovi nel mondo, sei connesso ad esso in qualche modo. Le radici di Borgo Basino sono iniziate qui e i Palestinesi hanno bisogno della voce di tutto il mondo in questo momento. Considera il boicottaggio di prodotti realizzati da aziende che traggono profitto dall’occupazione militare israeliana. Chiedi alla tua banca o all’istituto che gestisce la tua pensione di disinvestire dai beni che traggono profitto dall’occupazione. Scrivi ai tuoi rappresentanti politici dicendo loro di sostenere le sanzioni contro Israele fino a quando non sarà conforme al diritto internazionale.

L’autosufficienza è una scelta per chi si vuole sconnettere dal mondo, ma la natura stessa ci insegna che la resilienza si crea con l’interdipendenza. Tutto il nostro operato ha una conseguenza, facciamo che sia per il bene comune.

In questa immagine del nostro tour Barnraising 2019, Sara (sulla destra con l’hijab), studentessa di Gaza, è seduta tra il pubblico. Sara ha trascorso lo scorso anno scolastico vivendo con i miei cognati negli Stati Uniti d’America. I suoi vicini di casa sono stati bombardati questo fine settimana.